Pippo Russo Il mio nome è Nedo Ludi – Caro Pippo, Da dispettoso toscanaccio, diffidente e severo lettore quale sono, mi verrebbe voglia di rovinare la media delle 5 stelle su 5 con la quale, fino ad ora, i lettori di IBS hanno giudicato la tua opera. Potrei motivare le quattro stelle, sostenendo che una curetta dimagrante di una cinquantina di pagine non farebbe altro che bene a questo romanzo. Poi però sicuramente proverei rimorso. Perché “Il mio nome è Nedo Ludi” è davvero un bel libro. Un libro fatto con la passione di chi, a differenza di molti altri tuoi colleghi, ha una notevole sensibilità, una grande scrittura e soprattutto parecchie cose da dire.
E’ un raro libro…
… che ti entra nei pensieri, che ti fa riflettere, insomma…che ti emoziona. Pippo ci hai proposto una esperienza che prima o poi capita a tutti: quella di sentirsi all’improvviso inadeguato rispetto ad una realtà drogata di evoluzionismo e di ritrovarsi quindi rapidamente messo “in panchina”, come un oggetto ormai fuori moda. Lo fai raccontando di un calciatore che vive il “dramma” psicologico dell’inserimento della famigerata zona nelle logiche di squadra, in un momento della sua vita in cui è troppo presto per attaccare le scarpe al chiodo ma troppo tardi per rimettere completamente in discussione le proprie certezze di gioco.
Diversamente da Gianni Mura che utilizza il suo primo libro per parlare di ciclismo, tu scrivi di calcio per raccontare della fragilità esistenziale, della “liquidità” delle umane certezze. Il calcio è strumentale al romanzo che, in una profonda ed atavica malinconia, sviluppa una trama carica di tensione emotiva ambientata in un periodo storico pieno di grandi cataclismi sociali e politici come quello a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Hai ragione Pippo. Ci ritroviamo, nostro malgrado,a essere vere e proprie “tessere sparse” che tra un nuovo “progetto” e quello successivo cerchiamo disperatamente di galleggiare in questo mondo. Indaffarati a non affondare, aggrappati alle meschine certezze di ogni giorno, rischiamo però, di non innalzarci mai più. (01-10-2007)
Voto: 5 / 5
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Un ottima colonna sonora mentre leggi il libro di Pippo Russo.
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