Giuseppe Urgeghe nasce a Le Creusot( Francia), il 20 Marzo .
Nel 1982 si diploma con il massimo dei voti all’Istituto Alberghiero di Mercurey. Qualche mese dopo si aggiudica il Primo Premio Regionale come miglior apprendista di Francia e Marcel Derrien lo manda a Parigi da Jean Francois Langevin al RALLY OPERA. Nel 1984 incontra Gaston Le Notre per il quale lavora per un breve periodo come capo reparto; nello stesso anno si classifica secondo al Concorso Gastronomico di Arpajon ed è insignito della medaglia d’argento dalla Società dei Pasticceri Francesi e medaglia d’oro dalla Società dei Gelatai Francesi. Nel 1985 è pasticcere al Circolo Nazionale delle Forze Armate. Nel 1986 è capo settore all’Hotel Lutetia e si aggiudica il primo premio al Concorso Charles Proust come Miglior Giovane Pasticcere Europeo.
Nel 1987 è capo reparto nel prestigioso Albergo…
Bristol, rue du Foubourg Saint-Honorè dove frequenta l’elite della gastronomia francese tra cui Paul BOCUSE. Nel 1988 arriva come finalista al prestigioso premio europeo Escofier e accede come capo pasticcere al rinomato CLUB SAINT JAMES, luogo d’ incontro del jet-set mondiale. Nel 1990 diventa Capo Pasticcere Dell’ Equipe di Michel Kerever con l’ obbiettivo di far acquisire la terza stella Michelin al già rinomato ristorante Casinò d’Enghien, i cui frequentatori abituali sono Luc Besson,Mike Jagger, Tina Turner, Elton John, Gerard Depardieu. Nel 1991 è capo pasticcere a l’Hotel Jules Cesar ad Arles, culla artistica di Van Gogh.
Nel 1992 compie la sua prima esperienza lavorativa in Italia come capo pasticcere presso la Pasticceria Cose Buone a San Casciano (FI). Dal 1993 lavora a Prato. Vive a Sesto Fiorentino.
Un manierismo garbato
Giuseppe cresce in una città industriale, e si diploma con il massimo dei voti all’Istituto Alberghiero di Mercurey. L’ opera con la quale si aggiudica il secondo premio al concorso di Arpajon è di un manierismo garbato e ripropone gli strumenti meccanici di cui i capannoni industriali della sua città erano costituiti. Mi sono sempre chiesta verso quale strada conducesse questa ricerca realistica della forma. L’arte pasticcera è fortemente penalizzata sia dalla fragilità della materia che l’artista pasticcere utilizza sia dal fine ultimo dell’oggetto:la veloce consumazione. Niente in questo mondo è eterno, ma niente è più effimero di un’ opera in zucchero destinata a sciogliersi in poche ore.
Questa consapevolezza fa parte del bagaglio professionale del pasticcere e per Giuseppe questa è una verità, nonostante, i suoi occhi,le sue mani,la sua attenzione è sempre stata rivolta alla struttura della materia che stava lavorando per plasmarla secondo la sua volontà e penetrarla nella sua essenza. Nasce da questa posizione la sua capacità di decodificare e smembrare l’ordine e l’estetismo formale del linguaggio della pasticceria e iniziare un nuovo percorso di cui noi siamo orgogliosi ammiratori.
Progetto Patisse
Ecco un esempio di come l’arte pasticcera di Giuseppe, immortalata dagli scatti fotografici di Maria Silvestri, si combina magicamente con la musica di Lorenzo:
Per contattare Giuseppe: giuseppeurgeghe@yahoo.com
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